Il Buono fruttifero Postale in Lire è ancora valido?

I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) sono da sempre uno degli investimenti più diffusi fra gli italiani. Sono nati nel 1924 e da allora milioni di persone li hanno sottoscritti regolarmente. Non è raro trovare in qualche vecchio cassetto anche dei Buoni Postali che riportano ancora un valore in Lire italiane. In questo caso il Buono fruttifero Postale in Lire è ancora valido? Possiamo riuscire ad incassarli in Euro anche se sono scaduti da qualche anno?

Vediamo di seguito in dettaglio come rispondere questi interrogativi e cosa fare per verificare che il nostro Buono fruttifero Postale in Lire sia ancora valido e sia trasformabile in valuta corrente recuperando il nostro capitale investito.

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I motivi della capillare diffusione dei Buoni Postali sono diversi: sono facili da comprare in Ufficio Postale, non sono soggetti imposta di successione, sono molto sicuri in quanto hanno la garanzia dallo Stato italiano. Inoltre possono essere incassati in ogni momento prima della scadenza ottenendo almeno il capitale investito e gli interessi già maturati. Come si dice in gergo tecnico non sono soggetti al “rischio di mercato” come invece succede, ad esempio, per il Buoni del Tesoro (BTP). Se volete saperne di più potete andare sul sito di Poste italiane.

Se volete approfondire potete leggere qui il nostro articolo su cosa sono i Buoni Postali cointestati.

Buono fruttifero postale da 50.000 lire

Quanto tempo durano i Buoni e come maturano gli interessi

I Buoni Postali Ordinari emessi fino alla fine dell’anno 2000 (serie “Z”) hanno una durata di 30 anni e maturano interessi ogni due mesi fino al 31 dicembre dell’anno di scadenza del titolo. Questi interessi sono calcolati nei primi venti anni in regime di “capitalizzazione composta” e dal ventunesimo al trentesimo anno in regime di “capitalizzazione semplice”. Questo vuol dire che negli ultimi 10 anni gli interessi che maturano non producono a loro volta altri interessi. Sono stati emessi solo in forma cartacea.

I Buoni Postali emessi dal 2001 in poi (quindi buoni fruttiferi postali serie “A1”) hanno in generale una durata massima di 20 anni con un paio di eccezioni: i Buoni 5×5 emessi dal febbraio al giugno 2022 che hanno una durata di 25 anni ed i Buoni Obiettivo 65 la cui scadenza dipende dall’età del sottoscrittore. I Buoni postali smettono di dare interessi alla scadenza esatta del mese dell’anno di scadenza. Ad esempio un Buono Postale Ordinario acquistato a marzo 2011 ha produrrà interessi fino a marzo 2031. La capitalizzazione degli interessi è calcolata in modalità “composta” per tutta la durata di questi Buoni. Questo vuol dire che i nuovi interessi vengono calcolati anche sugli interessi già maturati.

Accanto ai BFP Ordinari ventennali sono stati poi emessi nel tempo altre tipologie di Buoni con scadenze ridotte come ad esempio i Buoni a Termine con durata di 18 mesi. Per sapere quali sono state le principali tipologie di Buoni emessi potete andare sul sito di Poste.

Il Buono fruttifero Postale in Lire è ancora valido?

L’unico motivo per cui i Buoni Postali non possono essere più incassati in quanto non più validi è quando vanno in Prescrizione. Questo avviene quando trascorre un certo periodo di tempo dalla loro data di scadenza.

Come forse ricorderete, in Italia, il 1º gennaio 1999 l’euro è entrato in vigore come moneta. Il 1ºgennaio 2002 è entrato invece ufficialmente in circolazione. Per un periodo limitato sono stati utilizzate sia le Lire che l’Euro per indicare tutti i prezzi dei beni. Questo è valso anche per i Buoni Postali che per un certo periodo sono stati emessi indicando entrambe le valute. Alla conclusione del periodo di transizione tutti i valori dei Buoni Postali sono stati convertiti in euro al tasso di cambio stabilito di 1.936,27 Lire per ogni Euro.

Quindi anche tutti i Buoni emessi prima di quella data sono stati convertiti in Euro mantenendo il loro valore e la possibilità di essere incassati in ogni momento, sempre prima della loro Prescrizione. Questo anche se sul Buono in forma cartacea il valore riportato è solo in Lire e non anche in Euro.

Come calcolare il valore di un Buono Postale in Lire

Se andate sul sito di Poste italiane potete calcolare quanto vale un buono fruttifero che possedete. Troverete infatti un campo per inserire il valore del titolo in vecchie Lire e calcolarne automaticamente il valore ad oggi. I dati sono certificati da Poste italiane e quindi i valori che troverete sono quelli che vi saranno dati in Ufficio Postale portando fisicamente il Buono.

Quando vanno in prescrizione i Buoni Postali in Lire o in Euro

Quando i Buoni Postali vanno in prescrizione vuol dire che non si possono più incassare, si perdono sia il capitale versato all’inizio che gli interessi maturati negli anni. La prescrizione si compie sempre trascorsi dieci anni dalla data di scadenza del Buono. Anche se in rete potete trovare annunci che promettono rimborsi avvenuti oltre la data di prescrizione diffidatene. La prescrizione è definitiva e le somme prescritte non sono state mai restituite. Se volete potete leggere il Comunicato Stampa N° 260 del 30 dicembre 2013 del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ribadisce questo concetto.

I Buoni Fruttiferi Postali cartacei emessi fino al 13 aprile 2001 e non riscossi entro dieci anni dalla relativa data di scadenza, si prescrivono in favore del MEF; quelli cartacei emessi dal 14 aprile 2001 e non riscossi entro i dieci anni dalla relativa data di scadenza sono comunicati al MEF ed il relativo importo è versato al Fondo istituito presso il MEF (ai sensi dell’art. 1, comma 345-quinquies, L. 23 dicembre 2005, n. 266). In entrambi i casi le somme prescritte non sono più nella disponibilità di Poste o di Cassa Depositi e Prestiti ma vanno direttamente al Governo.

Quindi se vogliamo chiarire come siamo messi, la prima cosa da fare è capire la data di scadenza del proprio Buono Postale in lire e verificare che non siano passati 10 anni da questa data. Se non la trovate scritta sul Buono potete andare in Ufficio Postale e chiedere agli impiegati di verificarla. In alternativa potete usare cercare sul sito di Poste italiane se vi ricordate più o meno il periodo in cui lo avete acquistato.

La sospensione della prescrizione durante l’emergenza COVID19

Durante l’emergenza Corona Virus è stato prorogato di alcuni mesi il termine di prescrizione dei Buoni che scadevano nel 2020 o nel 2021. Il termine di prescrizione è stato sospeso solo fino al 30/9/21, e pertanto da ottobre 2021 in poi i Buoni Postali prescritti durante l’emergenza non sono comunque più incassabili.

Come evitare la prescrizione dei Buoni Postali in Lire ancora validi

La prescrizione si può evitare ma solo in un caso. Quando parliamo di prescrizione parliamo di Buoni cartacei. Per i Buoni Postali che non sono cartacei ma dematerializzati non decorre il termine di prescrizione in quanto, alla scadenza, vengono rimborsati automaticamente con un accredito sul Libretto di Risparmio Postale o conto corrente BancoPosta con cui sono stati comprati. L’emissione di Buoni non da carta ma dematerializzati è una possibilità relativamente recente, la maggior parte dei Buoni più vecchi sono in mano ai risparmiatori o nei loro cassetti.

Una cosa che non tutti sanno è che è possibile dematerializzare i Buoni cartacei già emessi evitando così la prescrizione. Per fare ciò basta andare in Ufficio Postale e fare la richiesta fino a 2 mesi prima della scadenza naturale del Buono. Un ulteriore vantaggio della dematerializzazione è che potete rimdorsare il Buono prima della scadenza anche solo per una quota. Questo vi permette di avere i soldi di cui avete bisogno senza perdere tutti gli interessi che devono ancora maturare.

Ricorda però che il Buono Postale cartaceo da dematerializzare ed il Libretto postale o conto corrente Bancoposta destinato a fungere da conto di regolamento devono avere la stessa intestazione. Non è quindi possibile far arrivare i soldi alla scadenza sul conto di Mario Rossi se il Buono Cartaceo è intestato a Maria Bianchi. In questo caso Maria Bianchi dovrà avere un Libretto postale o conto corrente Bancoposta a lei intestato. Nel caso in cui Maria non ne abbia già uno, può sempre aprire un Libretto Postale Smart o Ordinario senza costi e spese.

Se vuoi puoi leggere qui come fare ad aprire un Libretto Postale Smart.

Come riconoscere i buoni postali che scadono?

Per essere certi che i tuoi Buoni scaduti non stiano andando in prescrizione puoi consultare l’elenco delle tipologie di Buoni Fruttiferi Postali oggetto di prescrizione e scadenza negli anni 2022, 2023 e 2024. Questo elenco è fornito periodicamente da Poste italiane sul suo sito al link che trovi di seguito:

Avviso alla clientela dei Buoni fruttiferi postali cartacei di prossima Prescrizione e Scadenza (Poste italiane).

Conclusioni sul Buono Postale in Lire

Ricapitolando possiamo dire che i Buoni Postali cartacei in Lire sono ancora validi e possono essere riscossi nel loro corrispettivo in Euro se non sono andati in Prescrizione. Questo evento si verifica al compimento dei 10 anni dalla scadenza del Buono Postale cartaceo. Se avete dei dubbi sulla data di scadenza del vostro Buono potete andare in Ufficio Postale, anche con una fotocopia del vostro Buono, e chiedere di verificarla.

Se volete evitare il rischio di Prescrizione potete rendere immateriali i vostri Buoni Postali cartacei sia in Lire che in Euro seguendo le istruzioni fornite da Poste.

Ricordate che è sempre conveniente andare ad incassare i propri Buoni Postali Fruttiferi cartacei subito dopo la loro scadenza perché da quella data in poi i Buoni non producono più interessi. Inoltre così facendo eviterete di incorrere nella Prescrizione che manderebbe in fumo i vostri risparmi.

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